Giorno #8: Frontalieri.



Sono a pezzi. La pioggia che ha iniziato a battermi sulla pellerina in tarda mattinata mi è entrata nelle ossa, il tacco dello scarpone militare destro mi si è rotto a metà strada e il fango ha costretto polpacci e cosce al lavoro straordinario.
Sono partito dalla cima del colle di Santo Stefano attorno alle 10 e sceso il bosco verso Bresciano e la pianura. A un certo punto, dal sentiero, sono riuscito a scorgere la strada asfaltata: c'era un veicolo sdraiato sul fianco e altre quattro o cinque auto ferme e con le portiere spalancate. Una decina di zombie erano lì, sul limitare del bosco, bloccati davanti a una sbarra di legno per impedire che passassero auto. Non mi hanno visto. Ho abbassato la testa e proseguito.
Sono scivolato due volte sui sassi resi scivolosi dalla pioggia e prima di uscire dal bosco, mi sono imbattuto in una casa con un solido recinto e un cancello chiuso. La bucalettere era in stile americano, con la barra rossa sollevata. Ho controllato: posta risalente alla fine di novembre. L'edificio doveva essere vuoto, forse veniva utilizzato solamente per la vendemmia. L'ho aggirato e ho trovato un falcetto mezzo arrugginito che mi sono appeso alla cinghia, ma non sono entrato: non avevo tempo.
Ho ripreso la marcia in direzione ovest, seguendo il corso del fiume Roncorone prima e il bosco che avvolge il confine poi; mi hanno permesso di avere almeno un lato coperto e, eventualmente, una buona via di fuga. Ho superato di corsa la strada a un centinaio di metri dalla dogana di Ronago e ripreso fiato attraversando un altro bosco, ma è il valico di Bizzarone/Brusata che mi sta causando problemi, adesso. Le sbarre sono abbassate e attorno al cabinotto si aggirano zombie con la divisa da guardia di confine. Altro che Bernasconi e Bussenghi.
Con il binocolo al collo ho camminato lungo il bosco fino in Italia alla ricerca di un passaggio, ma l'ammasso di automobili è imponente, veicoli a perdita d'occhio.
Un giorno come un altro”, mi direbbe un frontaliere.
Be' sì, ecco: solo con l'aggiunta di un migliaio di morti viventi.

Per il momento mi sono riparato in una casa a Pignora, anche questa in mezzo alla selva e con la bucalettere piena. Ho dovuto rompere un vetro per entrare, spero di non aver attirato l'attenzione di nessuno. Per sicurezza, ho coperto la finestra con un cassettone e chiuso tutte le persiane del piano terra. Ho trovato qualche conserva e dei sottaceti, il resto è tutto ammuffito o marcio, e per di più niente elettricità. La nebbia e il buio stanno calando, la batteria è al 39%: devo studiare un piano per arrivare a Stabio.

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