Lui
si è presentato come sergente maggiore Massi, Zeitmilitär di
servizio a Isone, tra i granatieri. Ci ha portato in questa tenuta
viticola di Tremona, dove aveva lavorato alle vigne da giovane. La
tenuta era troppo grande, ci avremmo messo tutta la sera a
perlustrarla tutta; allora ci siamo chiusi in cantina. Abbiamo
stappato una botte di merlot e lui ha tirato fuori dallo zaino una
mezza dozzina di scatolette.
“Nell'esercito
la chiamiamo carne di scimmia” ha detto affondando il cucchiaio.
“E
cosa c'è dentro?” ha chiesto Viola, seria.
“Nessuno
lo sa veramente. Ma è buona, no?”
È
venuto fuori che lui era a Vacallo, quando è scoppiato il casino.
“Il
nucleo era già andato a puttane, così ho preso il mio Hummer e mi
sono allontanato verso ovest, a Morbio Inferiore.”
Mi
sono illuminato.
“Hai
saputo di un gruppo di sopravvissuti, armati e con provviste? Ho
sentito voce che...”
Mi
sono bloccato. Lui aveva abbassato gli occhi e stava masticando
piano.
“Arrivo
da lì, recluta. Il rifugio è andato perso, quei pezzi di merda ci hanno assediato e sono
riusciti a sfondare.”
“E
gli altri?”
Ha
scosso la testa. “Mi sono mosso a piedi, sono rimasto un paio di
giorni in un capanno di Balerna e poi mi sono allontanato.”
“Sei
passato da Castel San Pietro?” ha chiesto lei.
Lui
ha mandato giù il boccone. “Scordatelo. Quel posto è andato
fottuto, penso proprio che gli zombie che ci hanno fatto il culo a Morbio Inferiore
arrivavano da lì. Ci sono passato vicino, a Corteglia e ad Avra,
in perlustrazione: non ci
è rimasto neanche un gatto, tra quei vicoli.”
Lei lo ha fissato, ha smesso di mangiare e se n'è andata all'altro angolo della stanza.
“Nervosetta
l'amica...”
“Il
suo fidanzato era di lì.”
“Be',
che se ne faccia una ragione. Sono in parecchi ad aver perso
qualcuno, in questi giorni, ed è meglio tirare fuori i coglioni che piagnucolare.” Mi ha fatto un cenno con la testa. “E
tu, recluta, che racconti? Mi pare che sei abbastanza aggiornato, su
quanto è successo.”
“Mah,
diciamo che ho avuto qualche soffiata...” e gli ho raccontato dei
contatti avuti sul blog. “Organizzano una trasmissione radio
d'emergenza domani, ci sono dei sopravvissuti a Besso.”
“Ti
hanno contattato?”
“Sì,
qualche giorno fa, ma le linee telefoniche sono KO.”
“Be'”
e si è frugato nella tasca, “è il tuo giorno fortunato, recluta.”
Mi ha allungato un cellulare. “Satellitare, dovrebbe funzionare
bene, sei hai ancora qualcuno da chiamare. C'è poca batteria, ma per
qualche minuto durerà.”
“Grazie!”
e ho riempito una scatoletta di vino fino all'orlo.
“Ehi,
vacci piano, recluta.”
“Non
è per me, per lei.”
Sono
andato da Viola e all'inizio ha fatto la difficile, ma poi ha mandato
giù tutto d'un sorso. Alla terza scatoletta dal retrogusto di
scimmia si è sciolta, è tornata da noi e siamo andati avanti a
bere, a parlare e a cazzeggiare. Un po' di salamino e una fetta
d'Alpe e sarebbe stata una perfetta serata da grotto.
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