Giorno #23: In villa.



Il tempo non ci sta aiutando.

Siamo chiusi da tre giorni in questa villa di Carabietta, abbiamo attraccato la barca al suo piccolo molo privato dopo la fuga da Riva San Vitale. L'abbiamo trovata con le finestre sprangate e le porte chiuse; abbiamo spaccato un vetro e una lucina appesa al soffitto ha preso a lampeggiare, ma per fortuna l'allarme è di quelli senza sirene.
Se arriva la polizia, tanto meglio ho pensato mentre controllavo il pianterreno alla ricerca di qualche zombie.
La casa era sgombra e il cancello in acciaio battuto che dà sulla strada sembra solido; sulla strada c'è una macchina messa di traverso e un morto vivente vicino al bagagliaio, di schiena, con la testa piegata. Ha capelli lunghi, che forse un tempo dovevano essere biondi. Una ragazza?
Come detto, le condizioni meteo si sono fatte orribili e la neve ci ha convinti a rimanere dove siamo, in attesa. La villa conta una ventina di stanze, e dopo un primo sopralluogo ognuno di noi si è dedicato a qualcosa: Massi ha trovato delle vecchie doppiette, qualche cartuccia bagnata e delle spade appese a un muro. Coi fucili ha subito capito che c'era poco da fare, ma dalle spade può tirare fuori qualcosa di buono. Le ha pulite, affilate e ora le sta ingrassando.
Viola ha trovato un tomo in italiano di non so quale scrittore russo e lo sta leggendo al piano di sopra, in una stanza con la finestra rivolta verso il lago. A differenza di quelle che danno sulla strada può tenere le persiane aperte, e penso che la cosa la rilassi.
Io mi sono messo a spulciare un po' di documenti che ho trovato in uno scrittoio. La villa appartiene a una famiglia svizzero-tedesca di nome Schwarzenbach e venga utilizzata solo nei mesi estivi. Una fortuna, perché la dispensa è rifornita di cibo a lunga conservazione.
Ho trovato anche un elenco del telefono, e con la carta aperta sul tavolo sto progettando le prossime tappe. Ne ho anche approfittato per controllare qualche sito internet, ma tutto sembra essersi bloccato al 23 dicembre, quasi un mese fa. Anche la casella e-mail non segnala nuove risposte, e sono convinto che col tempo i sopravvissuti verranno sempre più decimati. A meno che ciò non sia già successo, e gli unici a essere ancora vivi... siamo noi.


Da qualche minuto ha iniziato a piovere più forte; speriamo che l'acqua sciolga un po' di neve e ci liberi la via. Dobbiamo andarcene da questo Cantone, e al più presto.

0 commenti:

Posta un commento