Giorno #4: Apocalisse.



Merda, il cantone è fottuto. Merda merda merda.
Mi sono connesso un paio d'ore fa alle webcam del Dipartimento del territorio che non hanno smesso un minuto di riprendere le autostrade da nord a sud. Be', non c'è n'è una libera.
Nemmeno una.
Tutte le corsie, in entrambe le direzioni, sono piene di veicoli incolonnati ancora con le luci accese; tra le auto nessun sopravvissuto, solo zombie fermi, in attesa. Le immagini si aggiornano ogni pochi minuti e quelli non fanno un passo: proprio come i due fenomeni qui fuori da casa mia, in piazzetta.
Alcune automobili hanno le portiere aperte, si vede che i conducenti sono rimasti intrappolati nel mezzo dell'invasione. Alla galleria di Gentilino, dove si entra da Lugano Sud, ci sono pure tre auto della polizia con le sirene ancora accese e i bagagliai spalancati. Mi pare che sia lì che tengono le armi più pesanti, e mi sa che anche loro hanno fatto la fine dei topi. Gli agenti e le autorità sono stati presi di sorpresa, come chiunque altro.
Anche le cantonali non stanno meglio: a Noranco c'è un camion di traverso sulla rotonda che blocca metà della visuale, sul Ceneri automobili incenerite e ammassi di lamiere e ferraglia, alla rotonda di Magadino un elicottero schiantato sull'asfalto.
Altro che casi isolati, altro che intervento dell'Esercito. C'è l'apocalisse là fuori, cazzo.

Giorno #3: Virus.



Ho trovato una notizia importante sul sito dell'Ufficio federale della sanità pubblica, datata 24 dicembre alle 6.34. Professori e ricercatori di tutta la Svizzera sono stati riuniti all'Immunologie-Zentrum di Zurigo (IZZ) per concordare una serie di contromisure e contrastare il diffondersi del virus, “una forma ibrida, complessa e sconosciuta contraddistinta da un'elevata predisposizione al contagio umano”. Di riferimenti agli zombie, però, nemmeno uno. E ti pareva.
In città sono stati chiamati anche gli studiosi del Centre National de Référence de l'Influenza di Ginevra, e penso proprio che se c'è un posto dove la Confederazione e l'Esercito hanno organizzato un piano di difesa, quello è Zurigo. Se è così, l'aeroporto di Kloten è stato sicuramente militarizzato ed è da là che partono gli elicotteri e i soccorsi aerei. Speriamo arrivino presto.
Visto che il frigo è KO, nelle ultime ore ho mangiato tutti i surgelati che mi avanzavano e contato il resto. A occhio e croce, ho abbastanza cibo per sette-dieci giorni. L'acqua del rubinetto sembra ancora cristallina e bevibile, ma per non rischiare che venga infettata ho riempito la vasca da bagno fino all'orlo e tutte le bottiglie che ho trovato in casa. Ho ripassato al setaccio l'appartamento e radunato vicino al letto le cose che mi potrebbero servire quando verranno a soccorrermi.
Gli zombie davanti al condominio sono sempre due, sempre immobili. Controllo ogni ora tutte le finestre per vedere se ne spuntano altri, ma per ora non ne ho visti. Le strade saranno libere?

Giorno #2: Attesa



Ho gli occhi che mi stanno esplodendo. Ho passato la notte a cercare informazioni su Google News, video su Youtube, foto su Flickr e Instagram. Qualunque cosa. Ma niente.
L'invasione dev'essere avvenuta in poche ore, la gente si sarà ammassata nei supermercati. Mi ricordo del casino al Media Markt di Grancia, qualche settimana fa: si parlava di elettrodomestici, mi immagino la ressa e la rabbia per avere cibo e medicine. E lì, sarà stato sufficiente avere uno zombie tra i piedi per...

È successa anche un'altra cosa preoccupante: alle due di notte circa lo schermo del PC ha perso di tensione per qualche minuto, e la cosa si sta ripetendo anche adesso. Ci devono essere scompensi sulla rete elettrica. Il fatto è che se mi salta la valvola quella è in cantina, e io là sotto non ci scendo. Ai primi due piani abitano una famiglia e una coppia di vecchietti, totale sei morti viventi del cazzo pronti ad azzannarmi. No, meglio non sovraccaricare. Dopo vado di là e stacco il frigorifero, il forno a microonde, tutto. Conterò anche quanto cibo mi resta. Devo sapere per quanto tempo posso aspettare.
Ho atteso la risposta di Davide, ma non l'ho più sentito. L'ipotesi di un elicottero si sta facendo sempre più lontana. In compenso ho ricevuto un'altra mail da quelli del Giornale del Ticino, a Tenero, anche se il tizio è rimasto anonimo. Sono barricati anche loro in redazione, ma perlomeno sono armati e hanno sulla scrivania proprio quel Fas 90 che – cazzo perché l'ho ridato indietro. Mi ha parlato di incursioni fuori dal loro nascondiglio, forse su al nord gli zombie sono di meno che nel Sottoceneri. Però che non so nemmeno quanti ce ne siano attorno al mio condominio, quindi non è così rivelatore come dato statistico.
Non lo so, continuo a cercare sul web. E ad aspettare.

Giorno #1: Elicottero?



Ho cercato più informazioni che potevo sul web, ma i siti e i blog sembrano tutti spenti dalla sera del 23 dicembre in avanti. Ho cercato su Google “Ticino Zombie”, ma a parte un flash mob di maggio a Lugano e una festa a settembre qua a Chiasso non ho trovato nulla. Anche sulle cause o su una possibile avvisaglia dell'invasione, buio pesto: l'ultimo comunicato stampa della Polizia cantonale risale al 22 dicembre, e l'unico avviso in rosso è il lancio della campagna di prevenzione “Natale non tutti sono più buoni! Equipaggia-TI!”
A saperlo prima sì che mi equipaggiavo, un bel fucile a pompa e un saccone di cartucce.
Ho cercato anche “CSI Ticino” per la disperazione, ma invece di finire alla corte di un Gil Grissom de noantri sono capitato al Concorso Svizzero di Ippica e al Centro Sistemi Informativi di Bellinzona (?).
Vabbé, diamo un'occhiata ai siti federal

Aspetta aspetta aspetta, qualcuno mi ha risposto. Davide, dalla redazione di TicinOnline:

Ciao Cristiano.
Ci fa piacere sapere che ci sono superstiti. I bollettini, purtroppo, trasmettono solo elenchi interminabili di nomi di vittime. Interi quartieri sono stati occupati e non è ancora del tutto chiara la situazione nel resto del Cantone. Noi stessi siamo barricati a Breganzona, assediati da un nugolo di strani esseri. Un collega ha provato a cercare una via di fuga. Non è più tornato. Ti chiediamo le tue coordinate e il tuo stato di salute. Manderemo un elicottero a prenderti. Tieni duro.

Elicottero? Gli ho risposto subito:

Ciao Davide,
cazzo allora la cosa si è diffusa in tutto il Paese... Merda. Io sono in strada Regina 2, a Pedrinate, in una palazzina di tre piani; sto all'ultimo, ho barricato la porta. Sto bene, non ho ancora avuto nessun incontro ravvicinato e sono discretamente armato.
Temo che qui non ci sia abbastanza spazio per far atterrare un elicottero, devo trovare un modo per vedere quanti zombie ci sono in giro e raggiungere uno spiazzo. Forse vicino alla Chiesa di Santo Stefano, su in cima al colle?
A presto, attendo notizie

Poi sono corso alla finestra con lo sguardo puntato al cielo. Non piove più da diverse ore ormai, e il cielo è azzurro. Avrei voluto aprire un po' le finestre per vedere se sentivo il rumore del motore o delle pale, ma il rischio di attirare l'attenzione dei due zombie davanti a casa mia è troppo grande. E comunque, dubito che un elicottero possa atterrare nella piazzetta di Pedrinate, non c'è abbastanza spazio. In ogni caso bisognerà correre, spostarsi. Ho lanciato un'occhiata al mio arsenale: il forchettone ha della salsa incrostata su una delle due punte e anche il batticarne ha delle specie di aloni. Ho deglutito.
Cazzo, non sarà facile.

Giorno #1: Risposte!



Urca, dai giornali online qualcuno ha risposto. Già ieri sera per la verità. Perché non ho controllato prima l'e-mail? Che coglione che sono. Ho risposto subito con questo testo, ogni minuto è vitale. Continuo le ricerche, la connessione tiene. Speriamo bene.

Grazie a Dio hai risposto!

Non so cosa sia successo in questi ultimi quattro giorni ma sono a Pedrinate, chiuso nel mio appartamento, e ci sono due zombie fermi davanti al mio palazzo. Sono al terzo piano, barricato e per il momento al sicuro, ma temo ce ne siano di più, nascosti tra i vicoli e per le strade.

Tu dove sei? Sei ferito? I giornali hanno ricevuto indicazioni dalle autorità? L'esercito sta per intervenire?

Non ho ancora ricevuto alcuna informazione dall'esterno: ho controllato col cellulare e tutte le linee telefoniche sono morte, ma internet per il momento funziona grazie a Dio. Anche il resto del Cantone è stato attaccato? Hai un mezzo di trasporto, armi, scorte?

Terrò aggiornato il mio blog (http://ticinozombies.blogspot.ch) più a lungo che potrò, attendo una tua risposta e mi raccomando: FAI ATTENZIONE.


C. Camporosso”

Giorno #1: Dogana



Mi sono appena svegliato, ho la schiena a pezzi: non è il massimo dormire per terra, senza nemmeno un cuscino.
Come prima cosa ho controllato la piazzetta e, cazzo, è apparso un altro zombie: una donna con la mascella spaccata, la caviglia slogata e i capelli sporchi di sangue e di fango. Sta a un paio di metri dal corpo sbudellato del Giampi e fissa la porta del mio palazzo con sguardo vacuo.
Non mi pare di conoscerla.
E se fosse un morto vivente proveniente da fuori? Se Pedrinate fosse stata invasa non solo dagli zombie di Chiasso, ma anche da quelli dell'Italia? Forse sono passati dalla dogana di Drezzo, forse dal Parco Spina Verde.
Se l'epidemia si è diffusa la notte del 23, quando i siti online hanno smesso di battere le notizie, significa che il 24 deve esserci stato un gran casino là fuori. Cazzo, tra lo shopping pre-natalizio, il giorno feriale e i frontalieri ne sarà arrivata di gente in Ticino. A mucchi proprio.
Mi pare già di sentirli quelli là: “Ecco, se avessimo costruito un muro lungo la frontiera tutto questo non sarebbe successo”. Be', a questo punto non avrebbero tutti i torti.
Sono andato a mangiare qualcosa in cucina e mi sono reso conto che tutto il cibo trash che ho da parte fa un diavolo di rumore quando lo mangi. Ho succhiato un po' di Zweifel e addentato un paio di wurstel. Poi ho pensato: ci saranno altri sopravvissuti?

Ho recuperato il cellulare in camera e l'ho acceso, ma non ci sono messaggi e la linea telefonica pare morta. Cazzo. Il frigo funziona, quindi l'elettricità in casa c'è ancora. E pure internet funziona. Ora mi attacco al PC, ho bisogno di saperne di più prima di elaborare un piano.

Forchettone



Maledetto me e quel giorno in cui ho deciso di ridare all'esercito il FAS90: che idiota!
Ci ho messo una vita a cercare un'arma in questo buco di casa, è difficile cercare nei cassetti e negli armadi se non puoi far rumore. E sì, lo so che le doppie finestre mi dovrebbero far sentire al sicuro ma non è mica facile comportarsi come se fuori non ci fosse un cantone pieno di morti viventi che vogliono strapparmi la carne di dosso.
Comunque, ecco cosa ho trovato:

  • un forchettone d'arrosto;
  • un batticarne;
  • un bastone da hockey con la paletta spezzata;
  • e basta.

Neanche un cazzo di cacciavite o un mezzo martello. Porca vacca.
Ho controllato per la millesima volta se la porta fosse chiusa e ammucchiato davanti allo stipite la poltrona, il pouf e quattro sedie. Poi mi sono avvicinato alla finestra e ho creato uno spiraglio largo tre millimetri tra le tende: la piazzetta è ancora deserta, il corpo del Giampi non si è mosso da dov'era quattro ore fa.

Mi sono seduto a terra stringendo il forchettone e il bastone da hockey, il batticarne tra le gambe. Venite zombie, venite: che qua c'è qualcuno pronto ad attendervi.

Inventario



Sono rimasto seduto sotto la finestra per più di un'ora. Ho pensato ai film sugli zombie e a cosa facevano gli attori protagonisti – quelli che arrivano vivi alla fine della pellicola, capite – al momento dell'invasione dei morti viventi.
Ma non mi era di grande aiuto.
Si comportavano sempre da deficienti, preoccupati che gli zombie fossero semplici esseri umani feriti o imbrattati di sangue per chissà quale motivo.
Mi è tornato in mente il supplente.
Già me lo immaginavo: “Oh nonnina, che sfortuna che hai avuto! Essere aggredita così, in centro a Lugano... E poi che brutti graffi che hai! Addirittura un morso? Oh mamma mia! E senti quanto scotti! Vieni a casa, è pieno di parenti, fa caldo, starai bene”.
Dopo un'ora.
Oh nonna, ti sei addormentata sulla sedia a dondolo. Dormi dormi... (carezze sulla testa). Cosa dici?” e avrà sicuramente avvicinato l'orecchio alla bocca della vegliarda, il collo ben teso. “Parla, dimmi: ho sentito solo una specie di mugolio. Vuoi da mangiare?”.
E la nonnina gli avrà strappato la giugulare dal collo usandola come cannuccia.
Ho scrollato la testa, dovevo concentrarmi.

Come si chiamava quel gioco per l'XBox One con gli zombie? Ah sì, Dead Rising 3. Però il tizio lì trova un mucchio di armi per terra, mica come questo cesso di appartamento in culo a Pedrinate... Ah, ecco una buona cosa da fare: inventario.

Zombie



Porca vacca porca vacca porca vacca.
Stavo sgranocchiando delle patatine e mi son detto: “Perché non prendere un po' d'aria fresca?”
Ho aperto le tende e la finestra. La piazzetta di Pedrinate era deserta, ma in lontananza ho intravisto la sagoma di un uomo. Era di spalle e a a giudicare dalla mole doveva essere il Giampi. Stava in piedi con le braccia lungo il corpo e la testa storta.
Ma dimmi te se uno può addormentarsi in mezzo a una strada: troppi aperitivi natalizi... Meglio dargli una svegliata.
Sono corso al frigorifero, ho fatto una palla di neve con la brina nel freezer e ho lanciato. L'ho preso su una gamba.
Sì! ho pensato stringendo il pugno. Lui si è girato e, CAZZO, aveva la pancia squarciata e mezzo metro di intestino lungo le gambe.
Mi sono abbassato di scatto e ho gattonato fino all'interruttore per spegnere la luce. Sono tornato alla finestra e ho lentamente alzato la testa. Si era avvicinato di dieci metri, trascinava un piede e aveva tese davanti a sé. Si muoveva come uno zombie! SI MUOVEVA COME UN CAZZO DI ZOMBIE!
Ho chiuso lentissimamente la finestra, mi sono riabbassato e ho serrato le mascelle e gli occhi.
Fai che non arrivi fin qui, fai che non arrivi fin qui.
Quando sono tornato a guardare, stava fermo sotto il lampione. Aveva la faccia grigia e squarciata sulla destra, dalla fronte fino al collo. Dall'orbita gli penzolava un occhio. Il maglione aveva una manica strappata, i pantaloni chiari erano rossastri-marroncini dalla cinta fino al ginocchio, credo per il sangue rattrappito. Gli mancava una scarpa.

C'era solo lui in giro? Oppure anche altri? Che cosa faccio adesso, che CAZZO DEVO FARE?

Lamentela



Ho appena finito di scrivere il testo da mandare a tutte i giornali online.

Gentile redazione,

ho riscontrato che l'homepage del vostro sito non è stata aggiornata di recente: ai miei occhi l'ultima news risale al 23 dicembre, attorno alle 21. Sapete dirmi se dipende dal periodo di festività, oppure semplicemente dal mio computer?

Grazie in anticipo, cordiali saluti e buone Feste!

C. Camporosso”


Sì, lo so: potevo essere un po' più caustico ma che cazzo, ho ancora una reputazione sociale da difendere. Credo.

Congelati



Mmh, mi sono addormentato a metà film. Dopo essermi stropicciato la faccia e aver infilato in bocca una manciata di nachos ormai rinsecchiti, ho acceso il computer. Vediamo che succede nel mondo...
Strano, i quotidiani online sono tutti fermi al 23 dicembre. Congelati proprio.
CdT.ch: “Picco stagionale di influenza”, “Allarme aviaria: casi registrati in Italia”, “Caos a Lugano per rissa”.
Tio.ch: “Allarme virus, medici in allerta”, “Aggredita anziana in piazza Riforma”, “Traffico e strade intasate per le feste”.
Ticinonews.ch: “Morsi e graffi in centro città: arrestato”, “Febbre alta e brividi: aumento dei casi di influenza”, “Farmacie, in arrivo nuovi carichi di vaccini”.
E su LiberaTV, Il Giornale del Ticino e TicinoLibero non va tanto meglio.
Perché nessuno mi dice quale tempesta di neve si sta abbattendo sugli Stati Uniti? Chi si è preso i soliti servizi sulla meteo e sul non bianco Natale “che una volta era tutto diverso, non adesso che c'è il riscaldamento climatico”? E soprattutto: DOVE SONO I MIEI AUGURI DI NATALE DA PARTE DELLE REDAZIONI?

Domani mi sentono.

Nachos



Buon Natale a me. Fuori piove che Dio la manda e il ticchettio della pioggia sui vetri mi ha fatto venire un certo appetito. Come pranzo, ho preso una teglia e l'ho ricoperta di nachos; un pacchetto di sottilette distribuito sopra, paprika e Aromat a pioggia e via nel forno. Ora vado a recuperla. Il DVD di Mamma, ho perso l'aereo è già in fase di rullaggio nella Playstation. Sarà un bel pomeriggio.

Segnale



Qualche minuto fa ho acceso la televisione per guardarmi Una poltrona per due su Italia 1, come da tradizione, ma questo cesso di televisore mi mostra solo il segnale di fine trasmissione con un “biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip” prolungato che mi sta liquefacendo i timpani. Ho fatto un po' di zapping, ma era uguale dappertutto.
Uno spende più di mille bombe per una tv e poi si trova davanti questa merda.
E in più avrei dovuto cercare lo scontrino del Media Markt in tutto quel casino per farmelo cambiare. Che rottura.
Mi sono alzato e sono andato allo scaffale.
Dove sta, dove sta, dove sta... Eccolo!
Ho salvato la partita di GTA V (sto quasi al 33 percento, mica male per una giornata di gioco), ho inserito il DVD di Una poltrona per due Paramount 90th Anniversary Widescreen Collection nella console e mi sono rispaparanzato sul pouf.

Quando il maggiordomo è entrato in camera con la colazione, già ridevo come un matto.

Nonna



Ecco, per l'appunto. Mi ha telefonato quello scassacoglioni del supplente, avevo appena appoggiato la testa sul cuscino.
Salve, come sta?”
Che domanda del cazzo. “Sto.”
Ah... bene... L'ho chiamata per farle gli auguri. Mi sarebbe piaciuto passare per portarle il materiale scolastico ma mia nonna è stata male, quindi sto un po' con lei. Pensi, è stata aggredita in centro a Lugano! Un tizio le si è buttato addosso e l'ha riempita di graffi, una cosa...”
Ah, mi dispiace”. Se è rompicoglioni come il nipote, se l'è meritato. “Sono cose che succedono”.
In che senso?”
No niente, sai, il mondo d'oggi, l'intolleranza, le cose che vanno a mille all'ora, le mezze stagioni...”
Ah, comunque volevo anche chiederle se per il prossim–“
Allora buone feste e saluti alla nonna”.
E ho attaccato, spento il cellulare per poi scaraventarlo in un angolo della stanza. Poi mi sono alzato e ho chiuso le tende di tutte le finestre.

Pace, finalmente.

Offline



Non c'è verso, quel bambino è troppo forte. Mi sa che vado a dormire qualche ora, poi riattacco la Ps3 e inizio GTA V in versione offline. Con la sospensione dal liceo e tutto il resto non ho ancora avuto occasione di giocarci. Mi sa che mi terrà impegnato per un po'.

Strisce



C'è questo bimbominchia americano, Destroyer2002, che mi sta rendendo la vita impossibile. Me lo ritrovo dappertutto: su Killer Instinct, Call of Duty Ghosts, Need for Speed Rivals. E mi batte sempre, porca vacca. Perché già è umiliante sapere che un bamboccio che nemmeno ha assistito agli attacchi dell'undici settembre può giocare meglio di te, ma se poi devo pure sentirmelo ridere in cuffia... Obiettivo del giorno: fargli il culo a strisce.

Calduccio



Ammazzarsi di videogiochi al calduccio quando fuori pioviggina e in città non si trova un parcheggio e la gente si scanna davanti ai negozi e c'è la fila alla cassa e ti calpestano i piedi e ti vien voglia di mandare tutti affanculo ma se lo fai ti guardano storto perché è Natale... Be', è qualcosa di mistico, quasi divino. Questo post solo per aggiornarvi che ho finito Killzone Shadow Fall e Battlefield 4 su Ps4 e Assassin's Creed 4 su XBox one. E pure Killer Instinct, che ho voglia di spaccare il culo a qualche bimbominchia online. Let's play (again).

Polistirolo



Pavimento coperto da nuvole di polistirolo e bolle di cellophane appallottolato tra rocce e picchi scoscesi di cartone riciclato. Ora accendo. Mi batte forte il cuore. Ci vuole più birra.

3D



Ci ho messo quattro viaggi a portare tutto in appartamento, sta piovendo da un paio d'ore e per di più sto sudando come Paolo Bonolis al gioco finale di “Avanti un altro!”. Abitare al terzo piano senza ascensore non è l'ideale per chi riempie la propria Twingo di aggeggi e carabattole, ma qualche sacrificio si dovrà pur farlo.
Ora sono sdraiato su un pouf gigante comprato da Fly (99 franchi) con i piedi sulla scatola di un televisore Samsung da 55 pollici con 3D integrato (1499 franchi), la birra appoggiata sulla Playstation 4 che son dovuto andare fino a Bellinzona per comprarla (500 franchi), confezione gigante di patatine sulla confezione della Xbox One (altri 600 franchi), giacca appesa all'impianto home cinema 5.1 ancora imballato (quasi mille franchi), giochi e gadget sparpagliati qui e là. In più, una bella sacchettata di cibo di marca sconosciuta allemanica da Lidl, un microonde nuovo per cuocerlo a dovere e una paletta di birre dell'Est Europa importate da mamma Denner.

La mia carta di credito non ha mai pianto così tanto, ma chissenefotte: se vado in rosso entro fine anno, tanto meglio. Ora apro e monto. Poi, mi lascerò naufragare nel dolce mare del cazzeggio.

Tredicesima



Venti minuti fa mi è arrivato un messaggio. Dalla banca. Non ho osato guardare. Ma se sono già in rosso sul mese devo scoprirlo prima di trovarmi col culo fuori casa la vigilia di Natale, no? Vado a vedere.


CAZZO CSAZOZO CAZOZZO è arrivata paga e tredicesimad evo andarer shoppimg a dopo ciao

Folle



Appena finito American Pie 2 su Italia 1, ora metto Parto col folle in DVD. E dopo Big Daddy. Scatenatooooooo

Vetri



Il vetraio e il fratello della protagonista di The Ring (vd. foto) se ne sono andati nel primo pomeriggio, previa presentazione della fattura. Già che c'ero, ho alzato di un paio di centoni il totale.
Grazie zio” ha detto il debosciato piastrato.
L'ho ignorato e ho fissato il vetraio. “Mi prometta che non toccherà neanche un franco.”
Ha sorriso. “Giuro su San Nicola.”
Cioè?”
Il patron dei vetrai.”
Aaah.”
Sono usciti. Da lì a venti minuti avrei dovuto anch'io prendere l'auto e spostarmi a Lugano, ma la strizzacervelli mi ha scritto un messaggio: “Spiacente signor Camporosso, ma un impedimento dell'ultima ora mi impedisce di presenziare al nostro appuntamento di oggi pomeriggio. Confermiamo la data del 2014, mercoledì 8 gennaio, alla solita ora. Cordiali saluti”.
Impedimento 'sto cazzo. Quella non mi vuole vedere.
E poi, che cavolo: bastava scrivere “Oggi non ci sono, sa vedum alla prossima. Buone feste” e mica quel mucchio di cazzate scaricato dritto dritto da frasidicircostanza.com.
Ma c'è una buona notizia: desideroso di provare le nuove finestre, ho caricato in piastra Master of Puppets dei Metallica e ho messo il vecchio stereo al volume massimo. Ho selezionato la traccia 8, Damage Inc.: l'intro suonava così forte che la casa sembrava scricchiolare. Poi è partita la batteria ed era così alta che non riuscivo nemmeno a sentire i miei pensieri. I muri tremavano. Ho lasciato così e sono sceso sulla piazzetta davanti a casa: non si sentiva nulla. NULLA. Addio telefonate di protesta, affanculo lamentosi vicini di casa.
Mi sembri un po' allegrotto.”
Mi sono voltato: era il Giampi, noto ubriaco di Pedrinate. Uno di quelli che al bar ordina “grappa corretta” e, alla precisazione della cameriera “Intende corretto grappa, giusto?”, sottolinea: “No, grappa corretta”. E pretende il cicchetto pieno fino all'orlo e sporcato appena appena di caffè.
Sì, può essere. Tu come stai?”
La va, ma con questo sole... Il caldo... 'Na sete...” e si è avviato con il solito passo a serpentina verso il bar da Rosa.

L'ho lasciato perdere e sono tornato ad ammirare le finestre. Davanti a me le vacanze di Natale, nessun stronzo parente centroamericano della mia ex da ospitare e licenza di uccidermi i timpani senza dover risponderne a nessuno. Ho tirato fuori un ghigno da serial killer e sono corso di sopra.

Apprendisti



Il vetraio è arrivato alle 17.
Scusi sa, ma sotto Natale sembra che tutti si accorgano di avere degli spifferi in casa.”
Ho alzato le spalle come a dire “ecchissenefrega”. Forse un padroncino qualunque sarebbe arrivato prima, visto che se sputo dalla finestra la saliva arriva in Italia, ma ho preferito puntare su una ditta ticinese.
Così pago in più, e a quella stronza della mia ex moglie lascio il meno possibile.
Il tizio era accompagnato da un apprendista con i capelli lisci e blu scuro, la frangia a coprire tutta la fronte e metà faccia, piercing al naso e le unghie smaltate di nero. Il suo capo mi ha guardato come a dire “Scusa, è fatto così” ma io ho alzato le spalle come a rispondere “Ehi, io vengo dal liceo bello, ci so fare con i selvaggi”.
Si sono piazzati davanti alla finestra danneggiata, hanno levato il cartone dell'M-Budget e hanno osservato il buco da tutte le angolazioni.
È molto grave?” ho chiesto con un tono da Grey's Anatomy.
Non troppo. Facciamo doppi vetri?”
Quello che costa di più.”
Ha preso carta e penna e ha fatto un paio di conti. Mi ha mostrato il preventivo. “A questo prezzo ha un prodotto in PVC TermoPlus, ottima isolazione termica ed eccellente isolazione acustica fino a 45 decibel”.
Ci manca solo che sia pure antiproiettile e antiscasso.
Va bene, possiamo farlo per tutte le finestre della casa?”
Lui ha sgranato gli occhi. “V-va bene, ma va su domani il lavoro.”
Di mattina?”
Esatto.”
Nessun problema, disdico i miei appuntamenti.”
Cioè nessuno; la seguace di Virginia Woolf mi aspetta nel pomeriggio.
Hanno preso le misure e li ho accompagnati alla porta. Prima di uscire il ragazzo mi ha fatto un cenno con la testa.
Bella zio.”
Mentre chiudevo la porta a chiave, ho ipotizzato di avere veramente un nipote come quello lì. Sono andato a stapparmi una birra, poi un'altra e un'altra ancora. Mi sono buttato sul divano e ho acceso la televisione.

Mamma mia se non mi manca il liceo.

Soprannomi


Oggi mi ha chiamato un certo Carlo, giornalista. Mi ha detto che sta preparando un approfondimento sui “professori nelle mie condizioni” (ha detto così, giuro) e mi ha chiesto se volevo condividere la mia esperienza.
Certo, come no.
Già mi hanno mantecato le palle per anni dicendomi “Uuuh, ecco el vacancero che fa tre mesi di vacanza ogni estate” e “Oooh, sempre in giro tu? Facile quando hai solo 20 ore di lavoro a settimana”. Ci manca solo che esco su un quotidiano ticinese con la mia storia di professore in burnout per eccessivo stress e difficili condizioni personali. Gli ho detto di no.
Ma se si preoccupa della privacy, possiamo sempre utilizzare uno pseudonimo.”
Ho alzato la testa come i cani di Pavlov al suono della campanella.
E posso sceglierlo io?”
Silenzio in cornetta. “Ehm sì, non vedo problemi particolari...”
Gli ho detto il nome a cui avevo pensato.
Ancora silenzio. Poi: “Ah, ecco... Mi scusi ma mi chiamano in riunione, la chiamo più tardi”.
Mai più sentito per il resto della giornata.
Già che avevo il telefono in mano, comunque, ho chiamato il vetraio, ha detto che passa domani. E ora vado a infilare qualcosa nel giorno, che la giornata è stata piuttosto faticosa tra il sorteggio di Champions League e tutto il resto.

Sempre vostro,


Cristiano “Big Dick Bastardly” Camporosso

Pagelle


Ho appena aperto la mia e-mail e, uh-uh, alla fine il supplente mi ha scritto. Esattamente alle... 23:58 di sabato. Io a quell'ora mi stavo guardando il finale de Gli spietati, di Clint Eastwood, Rete 4. Per lui invece dev'essere stata una giornata lunga.
Ho aperto il file Word e mi son trovato davanti 27 pagine fitte di commenti. L'ho chiuso subito e archiviato nella cartella “Commento pagelle”, accanto a un file .txt che contiene solo tre frasi.
  1. “Ottimo rendimento”.
  2. “Ha le capacità ma non si applica”.
  3. “Vostro figlio è incapace, inetto e cerebralmente limitato. Nell'intimità della mia classe amo chiamarlo Tarzan: anche lui, evidentemente, deve esser stato cresciuto da delle scimmie”.

Ma quest'ultimo non ho mai avuto modo di usarlo, sfortunatamente.

Ho chiuso la cartella con un sorriso: grazie al solerte lavoro del giovin supplente, con le pagelle sono a posto fino alla pensione. Mi appoggio allo schienale della sedia e intreccio le mani dietro la testa: sì, ancora qualche settimana di vacanza e torno sul fronte.

Nunchaku



Mi piacevano le pubblicità della Mobiliare, con lo schizzo del sinistro e le situazioni tragicomiche. E un minuto fa ne ho prodotta una da Guinness.
Stavo guardando su Italia 1 Dragon – La storia di Bruce Lee, che per me è come i film di Moana Pozzi: anche dopo quindici visioni non mi stanca mai. Il problema è che nel corso degli anni ho sviluppato la preoccupante tendenza a imitare il buon Bruce, mosse e urletti annessi. A metà del film ero quindi già a petto nudo in mezzo al salotto, rimbalzando sulle punte. I miei pugni nel vuoto non mi davano granché soddisfazione, così ecco il colpo di genio: filare di salamini in mano a mo' di nunchaku. Sono corso al frigorifero, ho prelevato l'arma e mi sono dato da fare: la carne fendeva l'aria che era un piacere, l'odore di insaccato che mi accarezzava la faccia. Ho bloccato un salame sotto l'ascella e ho liberato un “YUUUUUUU-AHHH!” da far impallidire Mao Tse-tung. Poi ho liberato il filare dal basso e dato un colpo di polso per riportarlo indietro, ma un salamino si è liberato dallo spago ed è filato dritto dritto contro la finestra, con relativo schianto del vetro. Ho guardato fuori: il fu maiale è caduto in piazzetta ed è stato prontamente azzannato da un gatto della vicina.
Ecchecazzo, ora devo pure chiamare il vetraio.

Ho raccolto lo scotch dalla scrivania, recuperato il cartone delle pizze M-Budget dalla pattumiera e sigillato il buco. Non isolava granché, ma perlomeno attutiva i miei urletti. Sono tornato in salotto e ho ripreso con l'allenamento.

Micini



Non guardo mai “Patti Chiari” in diretta. Non perché non abbia tempo – ieri sera mi sono sparato la trilogia di The Hangover in DVD, fate un po' voi. È che so già che mi ridurrei a spedire messaggi ed e-mail strafottenti rivolti a conduttori, registi, giornalisti, ospiti in studio e produttori. Si salverebbero solo i cameramen. Forse.
Oggi (ieri, vabbé, avete capito) si parlava di chi si lamenta per i rumori in centro città e di chi si lamenta di quelli che si lamentano per i rumori in centro città. E grazie al cielo che:
  1. non l'ho guardato in diretta, perché era la volta buona che mi trovavo la Polizia cantonale a casa per sovversione e invito alla rivolta,
  2. i miei genitori mi hanno lasciato in eredità questo appartamento a Pedrinate che sarà pure scalcinato, ma perlomeno non confina con qualche borbottone e non sta sopra a un bar pieno di drogati.

Gli unici che fanno casino fino a tardi qui sono i gatti, ma non per questo chiamo quelli della RSI.

Ho le mie tattiche. Oltre al classico lancio della palla di ghiaccio coltivata nel freezer (che oltre ad avere la giusta consistenza, non lascia tracce - sono un genio del male, lo so) ho imparato da mastro Hemingway a lasciare in giro piattini colmi di latte e whisky, una mia personale versione del latte+ di burgessiana memoria. Si fanno subito più tranquilli, i micini, sdraiati sulla schiena e con le zampe all'aria nel mezzo della piazzetta. E sono anche più facili da colpire, così. Il massimo.

Supplenze



Mi ha appena chiamato il supplente che mi sostituisce al liceo, un ragazzino fresco d'università che non ha trovato niente di meglio da fare che insegnare e aspettare l'apertura dei concorsi del DFA su a Locarno.
Povero diavolo.
Io eh, non lui.
Mai che mi mandino una bella ragazza scollacciata come capitava nei film degli anni Settanta.
Comunque. Questo John Keating del basso Malcantone ha attaccato a raccontarmi l'andamento della settimana con tanto di conteggio delle assenze e minutaggio dei ritardi suddivisi per classe. Poi mi ha scartavetrato le palle con l'elenco dei testi trattati, e a quel punto ho lasciato il telefono aperto sul divano e me ne sono andato in cucina a stapparmi una birra e a rovesciare un po' di chips in una ciotola. Quando sono tornato era ancora lì a parlarmi delle seconde e di Dante.
"No perché sa signor Camporosso, di primo acchito volevo iniziare il canto V con Paolo e Francesca, ma poi mi son detto: 'Perché non osare di più? Perché non saltare direttamente al sesto?'"
E perché non smetterla di rompermi le scatole? Per me potevi anche mandare in TV la collezione completa dei DVD di Benigni, per quanto mi frega.
"Be', sì, è una scelta coraggiosa."
"Esatto, proprio quello intendevo! Ma scusi se parlo solo io..."
Ah, almeno te ne sei accorto.
"... lei come sta? Come va il percorso di recupero?"
Senti senti, vuole sapere fino a quando può lavorare.
"Mah, non so. Forse lunedì sono di nuovo in pista, devo sentire la direzione. Tu comunque lasciami un rapporto scritto e dettagliato con tutti i temi trattati in classe, provvisto di commenti di almeno cinque righe per ogni allievo per le seguenti tre categorie: comportamento, qualità degli interventi in classe, conoscenze generali e specifiche."
Lui è rimasto in silenzio per qualche secondo. Finalmente. "Pe-per lunedì?"
"Ma nooo, non per lunedì."
"Ah bene, perché io pensav"
"Per domani, sabato. Domenica è il giorno dedicato a Nostro Signore e alla preghiera, non posso mica lavorare."
Altri secondi di silenzio. "Ma io non so se riesco a compilar–"
"Grazie mille allora, lo attendo nella mia casella e-mail."

E ho chiuso. Ho preso un altro sorso di birra: si era fatta un po' tiepidina ma era comunque molto, molto gustosa.

Sfiga



Non mi ricordo mai se quello che porta sfiga è il venerdì 13 o il venerdì 17. Mboh. Per non rischiare attacco con la maratona televisiva e inizio ad approvvigionarmi dalla mega-spesa di ieri, che se la Morte non mi si accanisce contro come in Final Destination sto in una botte di ferro. E chi mi ammazza più?

Supermercato



Adoro il giovedì e l'idea di poter fare la spesa fino alle 21. Così non devo interrompere la raffinata maratona televisiva che ho composto in questi giorni: sveglia alle 11, due ore di Forum, Sport Mediaset su Italia 1, magica tripletta Futurama/Simpson/Dragon Ball, Law & Order e Blue Bloods su La1, merenda a base di Pan di Stelle e latte, “Pomeriggio Cinque” e “Avanti un altro!” ancora su Canale 5 fino alle 20.
Non mi guardo allo specchio prima di uscire perché so già che mi farei schifo tra i capelli arruffati e la barba di quattro giorni, quindi infilo i primi jeans luridi che trovo sotto il letto, una maglietta color oliva risalente all'ultimo corso di ripetizione, un maglioncino dal collo slabbrato e un giaccone dal collo alto. Aggiungo una cuffia ispida e un paio di guanti a mezze dita dall'irresistibile gusto Clochard Autumne-Hiver 2013/14 e via, di corsa alla Migros.
Aspettate un attimo, recupero la lista... Eccola. Un cartone di pizze, quattro scatole di sofficini, un filare di salamini, due box giganti di gipfel al prosciutto... Bene, dovrei trovare quasi tutto nel reparto dei surgelati. Ah no, sono finite anche la guacamole, gli orsetti Haribo, le Zweifel alla paprika e la maionese.
Mi faccio un appunto e rileggo.
Avocado, frutta, patate e uova: sono il mago dell'alimentazione equilibrata.

Fuck yeah.

Diavoletti



Okay, ho mangiato. Pensavo di farmi un paio di risate davanti ai concorrenti ignoranti di qualche quiz ma sulla RSI sono già partiti con “Affari di famiglia” e il “6” che segue mi fa capire che senza le altre cinque stagioni non capirei una cippa. E quindi tanto vale riprendere qui.
Dove eravamo rimasti? Ah sì, dalla psicologa. Dopo aver sciorinato una lunga lista di banalità (“Il mio libro preferito è la Divina Commedia”, “I miei hobby sono leggere e viaggiare”, “Ho scelto di fare l'insegnante per amore delle nuove generazioni”), mi ha detto che avrei dovuto iniziare un diario, anche un blog, e dare libero sfogo al mio “essere più intimo”. Vabbe'. Poi è andata al punto.
“Mi racconti della sua ex-moglie”.
Ho sospirato. “Cosa devo raccontare?”.
Lei è rimasta zitta e ha preso un appunto.
Qualcosa tipo 'Refrattarietà a rispondere' o 'Difficoltà ad aprirsi', ci scommetto.
“Dove si trova sua moglie adesso, signor Camporosso?”
“A Giubiasco, suppongo” ho detto alzando le spalle.
Lei ha scritto qualcos'altro. “Abita lì?”
Ho scosso la testa. “No, però è là che hanno organizzato la fiera delle vacche, oggi pomeriggio. E se ha partecipato, sicuro come le tasse che ha vinto facile”.
Lei ha sgranato gli occhi, aperto la bocca e tirato una riga sul foglio. Si è tirata indietro la manica e ha dato un'occhiata all'orologio. “Temo che il tempo a nostra disposizione è scaduto.”
“Sia scaduto.”
“Prego?”
“Congiuntivo. Con temere ci vuole il congiuntivo.”
Stavolta è stata lei a sospirare. “Vada, la prego.”
Sono uscito dal palazzo, faceva un caldino mica male oggi a Lugano. Ho controllato il cellulare: le 15.27. In teoria dovevo restare sino alle 15.45, ma si vede che l'orologio della psicologa correva.
Oppure ti ha cacciato prima del dovuto, mi ha sussurrato il diavoletto che vive sulla mia spalla destra.
Oppure doveva correre a Giubiasco per partecipare alla gara, gli ha risposto il gemello dalla spalla sinistra.

Ogni tanto entrano in competizione, ma per il resto vanno d'amore e d'accordo.

Delusioni



La vita è piena di delusioni.
Quando quelli della direzione mi hanno comunicato che la mia situazione richiedeva una decina di sedute da una psicologa di Lugano, ho pensato: Wow, bene, speriamo non sia troppo traumatizzante. E che il lettino sia comodo. E che la doc sia sexy.
Partivo dall'idea che la cosa si faceva da sdraiato, e che la dottoressa rispecchiasse i canoni che decine di blockbuster hollywoodiani e pornografici ci hanno saggiamente propinato in tanti anni – donna tutta curve, gonna al ginocchio, camicetta abilmente sbottonata per una scollatura ideale, chignon e occhialini seducenti. Sapete, quelle tipe che basta sciogliere i capelli e gettare gli occhiali in un angolo della stanza per trovarsi una top model tra le braccia. Sdraiata anche lei, ovviamente.
E invece: donnino rachitico stile Olivia di Popeye, pantalone di cotone spesso e grezzo, camicione sigillato sino al collo, capelli praticamente rasati a zero e occhialini sì, ma in tartaruga e tondi tipo John Lennon.
Tipica femminista del XXI secolo, ho pensato mentre mi accompagnava nello studio. Sotto la tunica c'ha la t-shirt di Virginia Woolf, sicuro.
Mi ha fatto sedere su una sedia bassa, squadrata, coperta di stoffa ruvida e ingiallita sui bordi.
E questa l'ha comprata all'Ikea di Grancia nell'angolo delle occasioni.
Lei si è accomodata su una poltrona, nuova e di pelle. Proprio davanti a me. Ha aperto un quadernetto della Moleskine e ha stappato una penna stilografica.
“Mi racconti, signor Camporosso. La prego” e ha sorriso.
“Cosa devo raccontare?”
“Inizi col presentarsi”.
Uff, lo odiavo quell'esercizio. Lo facevo sempre fare ai miei allievi a settembre per uccidere le prime due ore sul nascere: “Ho due fratelli e un gatto”, “Nel tempo libero mi piace uscire con gli amici”, “Il mio libro preferito è Tre metri sopra il cielo. Che è anche il mio film preferito”.
Mi annoiava da morire.
Ma se è questo che la direzione dice di fare, io lo faccio. Però ora scusate, il forno mi sta dicendo che la mia pizza dell'M-Budget è pronta.