Giorno #13: Quel fottuto vicolo.



Siamo arrivati a Ronchetto poco dopo le nove, sul lato nord-ovest di Rancate. Campi e prati erano sgombri.
Ascoltami” mi ha detto Viola inginocchiandosi, “rapido e silenzioso, tagliamo il paese per il centro e spuntiamo dall'altra parte.”
Ascoltami tu, è una cattiva idea.”
Rapido e silenzioso” e ha digrignato i denti.
L'ho seguita. L'unica volta che ero stato a Rancate era con la scuola, alla Pinacoteca Züst, e me lo ricordavo quel vicolo stretto davanti al quale l'autista dell'autobus ha bestemmiato per dieci minuti, prima di passare senza lasciarci gli specchietti...

Una volta in piazza Santo Stefano abbiamo visto il primo morto vivente, un'anziana ingobbita con ancora il velo sulla testa e il rosario tra le dita che usciva dalla chiesa.
Lasciala a me” ha detto lei prima di incoccare una freccia.
Dalla porta della pinacoteca ne sono però usciti altri cinque, tutti con giacche in tweed e fazzoletti multicolori nel taschino.
Viola, ce ne sono altri.”
Un attimo soltanto.”
Ha traforato la testa della vecchietta e si è voltata per mirare agli ormai ex amanti dell'arte, ma dalla chiesa ne sono saltati fuori quattro e da due viottoli altri dieci.
Viola...” ho detto con tono tremolante.
Mi vuoi dare una mano o cosa?”
Sono corso verso il museo con ascia e piccozza sguainate: al primo ho tagliato la testa (questa lama sì che funzionava, altro che falcetto) e al secondo ho sfondato il cranio con un affondo dall'alto. Ho spinto gli altri tre a terra e li ho finiti con i tacchi in acciaio dei miei nuovi scarponi. Mi sono voltato: una dozzina di morti viventi le erano già addosso.
Attenta!”
Ha provato a prendere una freccia dalla faretra ma era vuota. “Recuperamele, mentre li tengo a bada!”
Ha estratto due coltelli e ha iniziato a perforare tempie. Sono corso all'entrata della chiesa e ho estratto più frecce che potevo dalle teste dei cadaveri. Alla fine ne avevo sette od otto in mano e Viola era riuscita a liberarsi di una mezza dozzina di morti viventi, ma ne stavano arrivando da tutte le parti.
Ritirata!” mi ha gridato e siamo corsi lungo una strada che ci ha portato in quel fottuto viottolo.
Alle spalle avevamo un'orda di zombie, davanti un altro bel comitato di benvenuto.
La porta!” ho urlato.
Ci siamo spostati verso il muro di destra e mi sono lanciato contro l'uscio con una spallata, ma sembrava rinforzata. Ho preso l'ascia e l'ho abbattuta sulla maniglia che è saltata in aria, ma niente da fare: doveva esserci un chiavistello interno.
Cristiano, qui!”
Ci siamo messi schiena contro schiena mentre quei bastardi si avvicinavano: Viola ha tirato le frecce che le rimanevano e ne ha fatti secchi sei o sette, ma rimanevano gli altri trenta e rotti. Si è messa l'arco a tracolla e ha ripreso in mano i coltelli. Ha appoggiato le spalle alle mie.
Rimaniamo uniti, ce la possiamo fare.”
Ho stretto le mani sulle armi e soprattutto i denti. Abbiamo buttati giù i primi tre o quattro, ma dopo una trentina di secondi il grosso del gruppo ci era già quasi tutto addosso.
Aaah, i capelli!”
Mi sono girato: uno zombie aveva preso per i capelli Viola e la stava tirando a sé. Con un colpo secco di ascia gli ho mozzato il braccio all'altezza del bicipite, ma ne ho sentiti due afferrarmi per il retro della giacca e ho dovuto lasciare tutto a terra per liberarmi con due gomitate ed estrarre i coltelli dalle tasche per finirli.
A terra, buttatevi a terra!” ho sentito gridare. Era la voce di un uomo.
Non ci ho pensato due volte. “Viola, giù!” e mi sono abbassato.
Che cazzo fai, continua a combattere! Ce la possiamo fa–”
Mi sono allungato e ho afferrato il braccio mozzato dello zombie ancora attaccato ai capelli, trascinando a terra la chioma di Viola e tutto il resto; è partita una raffica di proiettili che ha falcidiato una decina di zombie, i loro corpi che ci cadevano intorno. A un paio di metri da me è atterrato un pacchetto bianco grande come un pugno con una miccia accesa.
Questo l'ho già visto a scuola reclute.
Scappate da questa parte!” e questa volta ho sentito chiaro e forte da dove arrivava la voce: dovevamo correre verso nord. Un'altra raffica si è abbattuta sui morti viventi e dal pacchetto è sprigionato un fumo bianco. Ho tirato su Viola e siamo corsi via, verso il nostro salvatore.


Proseguo più tardi, è ora di cena.

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