Nunchaku



Mi piacevano le pubblicità della Mobiliare, con lo schizzo del sinistro e le situazioni tragicomiche. E un minuto fa ne ho prodotta una da Guinness.
Stavo guardando su Italia 1 Dragon – La storia di Bruce Lee, che per me è come i film di Moana Pozzi: anche dopo quindici visioni non mi stanca mai. Il problema è che nel corso degli anni ho sviluppato la preoccupante tendenza a imitare il buon Bruce, mosse e urletti annessi. A metà del film ero quindi già a petto nudo in mezzo al salotto, rimbalzando sulle punte. I miei pugni nel vuoto non mi davano granché soddisfazione, così ecco il colpo di genio: filare di salamini in mano a mo' di nunchaku. Sono corso al frigorifero, ho prelevato l'arma e mi sono dato da fare: la carne fendeva l'aria che era un piacere, l'odore di insaccato che mi accarezzava la faccia. Ho bloccato un salame sotto l'ascella e ho liberato un “YUUUUUUU-AHHH!” da far impallidire Mao Tse-tung. Poi ho liberato il filare dal basso e dato un colpo di polso per riportarlo indietro, ma un salamino si è liberato dallo spago ed è filato dritto dritto contro la finestra, con relativo schianto del vetro. Ho guardato fuori: il fu maiale è caduto in piazzetta ed è stato prontamente azzannato da un gatto della vicina.
Ecchecazzo, ora devo pure chiamare il vetraio.

Ho raccolto lo scotch dalla scrivania, recuperato il cartone delle pizze M-Budget dalla pattumiera e sigillato il buco. Non isolava granché, ma perlomeno attutiva i miei urletti. Sono tornato in salotto e ho ripreso con l'allenamento.

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