Ecco,
per l'appunto. Mi ha telefonato quello scassacoglioni del supplente,
avevo appena appoggiato la testa sul cuscino.
“Salve,
come sta?”
Che
domanda del cazzo. “Sto.”
“Ah...
bene... L'ho chiamata per farle gli auguri. Mi sarebbe piaciuto
passare per portarle il materiale scolastico ma mia nonna è stata
male, quindi sto un po' con lei. Pensi, è stata aggredita in centro
a Lugano! Un tizio le si è buttato addosso e l'ha riempita di
graffi, una cosa...”
“Ah,
mi dispiace”. Se è rompicoglioni come il nipote, se l'è
meritato. “Sono cose che succedono”.
“In
che senso?”
“No
niente, sai, il mondo d'oggi, l'intolleranza, le cose che vanno a
mille all'ora, le mezze stagioni...”
“Ah,
comunque volevo anche chiederle se per il prossim–“
“Allora
buone feste e saluti alla nonna”.
E
ho attaccato, spento il cellulare per poi scaraventarlo in un angolo
della stanza. Poi mi sono alzato e ho chiuso le tende di tutte le
finestre.
Pace,
finalmente.
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