Il
vetraio è arrivato alle 17.
“Scusi
sa, ma sotto Natale sembra che tutti si accorgano di avere degli
spifferi in casa.”
Ho
alzato le spalle come a dire “ecchissenefrega”. Forse un
padroncino qualunque sarebbe arrivato prima, visto che se sputo dalla finestra la saliva arriva in Italia, ma ho preferito puntare
su una ditta ticinese.
Così
pago in più, e a quella stronza della mia ex moglie lascio il meno
possibile.
Il
tizio era accompagnato da un apprendista con i capelli lisci e blu
scuro, la frangia a coprire tutta la fronte e metà faccia, piercing al naso e le
unghie smaltate di nero. Il suo capo mi ha guardato come a dire
“Scusa, è fatto così” ma io ho alzato le spalle come a
rispondere “Ehi, io vengo dal liceo bello, ci so fare con i
selvaggi”.
Si
sono piazzati davanti alla finestra danneggiata, hanno levato il
cartone dell'M-Budget e hanno osservato il buco da tutte le
angolazioni.
“È
molto grave?” ho chiesto con un tono da Grey's Anatomy.
“Non
troppo. Facciamo doppi vetri?”
“Quello
che costa di più.”
Ha
preso carta e penna e ha fatto un paio di conti. Mi ha mostrato il
preventivo. “A questo prezzo ha un prodotto in PVC TermoPlus,
ottima isolazione termica ed eccellente isolazione acustica fino a 45
decibel”.
Ci
manca solo che sia pure antiproiettile e antiscasso.
“Va
bene, possiamo farlo per tutte le finestre della casa?”
Lui
ha sgranato gli occhi. “V-va bene, ma va su domani il lavoro.”
“Di
mattina?”
“Esatto.”
“Nessun
problema, disdico i miei appuntamenti.”
Cioè
nessuno; la seguace di Virginia Woolf mi aspetta nel pomeriggio.
Hanno
preso le misure e li ho accompagnati alla porta. Prima di uscire il
ragazzo mi ha fatto un cenno con la testa.
“Bella
zio.”
Mentre
chiudevo la porta a chiave, ho ipotizzato di avere veramente un nipote come quello lì. Sono andato a stapparmi una birra, poi un'altra e un'altra ancora. Mi sono buttato sul divano e ho acceso la
televisione.
Mamma
mia se non mi manca il liceo.
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