Sono
rimasto seduto sotto la finestra per più di un'ora. Ho pensato ai
film sugli zombie e a cosa facevano gli attori protagonisti –
quelli che arrivano vivi alla fine della pellicola, capite – al
momento dell'invasione dei morti viventi.
Ma
non mi era di grande aiuto.
Si
comportavano sempre da deficienti, preoccupati che gli zombie fossero
semplici esseri umani feriti o imbrattati di sangue per chissà quale
motivo.
Mi
è tornato in mente il supplente.
Già
me lo immaginavo: “Oh nonnina, che sfortuna che hai avuto! Essere
aggredita così, in centro a Lugano... E poi che brutti graffi che
hai! Addirittura un morso? Oh mamma mia! E senti quanto scotti! Vieni
a casa, è pieno di parenti, fa caldo, starai bene”.
Dopo
un'ora.
“Oh
nonna, ti sei addormentata sulla sedia a dondolo. Dormi dormi...
(carezze sulla testa). Cosa dici?” e avrà sicuramente avvicinato
l'orecchio alla bocca della vegliarda, il collo ben teso. “Parla,
dimmi: ho sentito solo una specie di mugolio. Vuoi da mangiare?”.
E
la nonnina gli avrà strappato la giugulare dal collo usandola come
cannuccia.
Ho
scrollato la testa, dovevo concentrarmi.
Come
si chiamava quel gioco per l'XBox One con gli zombie? Ah sì, Dead
Rising 3. Però il tizio lì trova un mucchio di armi per terra,
mica come questo cesso di appartamento in culo a Pedrinate... Ah,
ecco una buona cosa da fare: inventario.
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