Delusioni



La vita è piena di delusioni.
Quando quelli della direzione mi hanno comunicato che la mia situazione richiedeva una decina di sedute da una psicologa di Lugano, ho pensato: Wow, bene, speriamo non sia troppo traumatizzante. E che il lettino sia comodo. E che la doc sia sexy.
Partivo dall'idea che la cosa si faceva da sdraiato, e che la dottoressa rispecchiasse i canoni che decine di blockbuster hollywoodiani e pornografici ci hanno saggiamente propinato in tanti anni – donna tutta curve, gonna al ginocchio, camicetta abilmente sbottonata per una scollatura ideale, chignon e occhialini seducenti. Sapete, quelle tipe che basta sciogliere i capelli e gettare gli occhiali in un angolo della stanza per trovarsi una top model tra le braccia. Sdraiata anche lei, ovviamente.
E invece: donnino rachitico stile Olivia di Popeye, pantalone di cotone spesso e grezzo, camicione sigillato sino al collo, capelli praticamente rasati a zero e occhialini sì, ma in tartaruga e tondi tipo John Lennon.
Tipica femminista del XXI secolo, ho pensato mentre mi accompagnava nello studio. Sotto la tunica c'ha la t-shirt di Virginia Woolf, sicuro.
Mi ha fatto sedere su una sedia bassa, squadrata, coperta di stoffa ruvida e ingiallita sui bordi.
E questa l'ha comprata all'Ikea di Grancia nell'angolo delle occasioni.
Lei si è accomodata su una poltrona, nuova e di pelle. Proprio davanti a me. Ha aperto un quadernetto della Moleskine e ha stappato una penna stilografica.
“Mi racconti, signor Camporosso. La prego” e ha sorriso.
“Cosa devo raccontare?”
“Inizi col presentarsi”.
Uff, lo odiavo quell'esercizio. Lo facevo sempre fare ai miei allievi a settembre per uccidere le prime due ore sul nascere: “Ho due fratelli e un gatto”, “Nel tempo libero mi piace uscire con gli amici”, “Il mio libro preferito è Tre metri sopra il cielo. Che è anche il mio film preferito”.
Mi annoiava da morire.
Ma se è questo che la direzione dice di fare, io lo faccio. Però ora scusate, il forno mi sta dicendo che la mia pizza dell'M-Budget è pronta.

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