Giornata
senza scossoni. Scesi dal monte Salmone, ci siamo diretti a Maggia e
abbiamo seguito il corso del fiume omonimo sul lato ovest. Aurigeno,
Moghegno, Lodano... Abbiamo incontrato qualche zombie, ma erano
sempre isolati e li abbiamo schivati senza troppe difficoltà.
Sull'altro lato invece, soprattutto lungo la cantonale tra Coglio,
Giumaglio e Someo, i morti viventi erano ben di più.
Abbiamo
pranzato a Boschetto, su un terrazzamento di pietra a pochi metri da
una cava. Nei paraggi abbiamo trovato anche un prefabbricato con
dentro un paio di zombie vestiti da operai, ancora col caschetto
giallo in testa. Viola ha aperto la porta e io e Bruno li abbiamo
eliminati nel giro di pochi secondi, lama del coltello all'insù
dritta sotto il mento e tutti giù per terra. Negli armadi abbiamo
trovato una mezza dozzina di scatolame e due confezioni di toast
ormai marcio. Abbiamo incamerato le prime e buttati le seconde. In
una sacca c'era pure dell'esplosivo completo di micce, che va a fare
il paio con quello consegnatomi da Massi, poco prima di morire.
Abbiamo
proseguito lungo la val Rovana, sempre tenendoci distanti dai centri
abitati – Linescio e dintorni. A Cerentino il paesaggio ha iniziato
a riempirsi di neve e il cammino si è fatto più pericoloso,
impedendoci di mantenere la tabella di marcia del mattino. Nel
pomeriggio infatti, complice il caldo, il terreno si è fatto
scivoloso, bagnato e pesante – pare proprio che sarà impossibile
percorrere più di un paio di chilometri ogni ora, nei prossimi
giorni.
Ci
siamo fermati per la notte in una casa immersa nel bosco, a metà
strada tra Cerentino e Bosco Gurin. Considerata la posizione isolata,
Bruno ha detto che avremmo potuto rischiare di accendere il camino
per scaldarci e per arrostire un po' di carne. Goffredo ha nicchiato,
io e Viola ci siamo dati subito da fare facendo a pezzi un comodino
per avere della legna asciutta.
È stata
una bella serata. Mi mancava, quel senso di sicurezza che ti dà
trascorrere del tempo con delle persone di cui ti fidi, forse
addirittura degli... amici. A Zurigo troveremo una cura, ne sono
certo.
Dobbiamo
trovarla, per non perdere momenti come questi.
Per
non perdere noi stessi.
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