Giorno #73: Lo 0,01%.



Quinto giorno di libertà qui a Castelgrande, dove la tranquillità è sovrana e il tempo sembra essersi fermato al Medioevo. Yippi-yeah.

Sono circa 120 le persone che vivono dentro il castello, uomini e donne. Le porte principali sono state rinforzate con pesanti travi e le vie d'accesso costellate di massi e funi tese che rendono impossibile la scalata agli zombie; quelli che rimangono intrappolati fungono da bersaglio per gli arcieri che ogni giorno si esercitano per un paio d'ore dalle mura merlate.
Una spedizione parte ogni mattina a caccia di selvaggina o alla ricerca di cibo; è composta da Goffredo e altri sette od otto che conoscono molto bene la zona, probabilmente gente del luogo. Prima di uscire si armano solo di spada e arco, e tornano sempre con sacchi pieni di cacciagione, scatolette, prime verdure di stagione. Tutti sono fedeli e obbedienti a re Rabadan.
Le cose sembrano funzionare alla perfezione qui, a Bellinzona. La gente sorride, non ha occhi sfuggenti che temono il buio e gli angoli, si dà da fare per aiutare il prossimo cucendo abiti, intagliando frecce, preparando da mangiare. Le strade sono sgombre, la comunità si raduna durante il giorno all'aperto, nel piazzale. Sembra che qui l'invasione dei morti viventi non abbia nessun potere, le atrocità e la distruzione sono isolate al di là dei blocchi di pietra. Come stare su un'isola in mezzo all'oceano.

Oggi sono rimasto seduto a guardare verso ovest, il piano di Magadino era pieno di sole.
Bella la vita qui dentro, eh?”
Mi sono voltato: era Viola.
Ho annuito. “Non c'è male, veramente. Si mangia bene, non dobbiamo preoccuparci di esser morsi dal primo che passa e...”
... e comunque senti che c'è qualcosa che non va.”
Ho sospirato e mi sono guardato le mani. “Solo, stavo pensando...”
Lei ha appoggiato il braccio al merlo, il suo sguardo perso all'orizzonte. “Stavi pensando che rifugiarsi qui è come mollare, chiudersi in una bolla e fare finta di niente.”
Ho guardato nella stessa direzione. “Senti, so che può suonare romantico e folle, ma io non ci sto a lasciare quello schifo là fuori, a convivere con quella merda. A Zurigo ci sono il 99,99% di possibilità che gli zombie si siano mangiati esercito, ricercatori e universitari, riempiendo la Limmat di pezzi di carne e cadaveri sanguinolenti. Ne sono consapevole. Ma quel 0,01%, il sapere che potrebbe esserci una cura, un rimedio che richiede solo di essere portato in Ticino...”
Silenzio. La luce sta cambiando, sta arrivando la sera. “Cris, vuoi tornare in strada verso il San Gottardo?”
Ho scosso la testa. “Non lo so” e mi sono voltato verso lei. “Diciamo che è un'ipotesi.”
Be', se lo farai... Sarò con te” e mi ha dato una pacca sulla spalla prima di allontanarsi.
Mi sono voltato, ma non ho detto nulla.
Tornare in strada.
Sarebbe dura, ma almeno potrei dire di averci provato.

Ci dormirò sopra.

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