Giorno #87: Veronica.



Hanno sparato a Goffredo, porco diavolo. Giovedì sera.

L'avevo individuato col binocolo, era fermo in mezzo a un prato con lo sguardo fisso su un gruppo di fiori. Attorno a lui, cadaveri qua e là.
Deve esserci stato un combattimento... Ma cosa fa là in mezzo?
Poi ho sentito lo sparo e l'ho visto cadere a terra.
Viola, muoviti!” ho urlato e siamo corsi verso lui. A una cinquantina di metri da Goffredo ci siamo accorti che non eravamo gli unici: un tizio sulla sessantina (calvo e con una barba grigia lunga) e una ragazzina sui 18 anni stavano accorrendo nella stessa direzione. L'uomo portava una carabina a tracolla, e Viola ha incoccato una freccia non appena l'ha adocchiata.
Fermi!” e ci siamo bloccati a una ventina di metri da Goffredo. Loro hanno fatto lo stesso.
Oh-oh calma” ha detto l'uomo alzando le mani. “Io... Non volevo, è stato un incidente!”
Giù il fucile” ha detto Viola tendendo ancor di più l'arco. Lui se l'è sfilato e l'ha appoggiato a terra. “Ora fai cinque passi indietro.” Ha eseguito. La ragazza, invece, è rimasta immobile e la sfidava con lo sguardo. “Anche lei. Subito.”
L'uomo ha preso per mano l'adolescente ed entrambi si sono allontanati dall'arma.
Cris, muoviti” e ha lanciato un'occhiata verso Goffredo che, lo notavo solo ora, si era già messo a sedere.
Ma che diaboleria...” ha detto stringendosi la spalla destra con la mano sinistra.
Goffredo, stai bene?” La parte destra della maglia era già piena di sangue.
Fate avvicinare mia figlia, può aiutarlo” ha detto l'uomo.
Chi siete?” ha chiesto Viola.
Mi chiamo Bruno, lei è Veronica. Sono un cacciatore, o almeno: lo ero... Lei ha studiato a Canobbio per diventare soccorritrice, fatela avvicinare: rischia di perdere troppo sangue!”
Viola è rimasta in silenzio per qualche secondo, poi le ha fatto un cenno con la testa.

Il proiettile era entrato e uscito dalla spalla, per fortuna, le è bastato disinfettare la ferita, tamponarla e fasciarla. Il braccio di Goffredo dovrà rimanere a riposo per un bel po', e questa è una brutta sfiga per il cammino che ci rimane da fare. Ma perlomeno abbiamo trovato accoglienza, cibo e protezione.
Bruno e sua figlia si sono fatti un riparo mica male, all'interno del campanile di Intragna. Non avevo ancora incontrato nessuno che si era barricato in una chiesa, e lui mi ha spiegato che il campanile più alto del Ticino è indubbiamente un buon posto per tenere d'occhio la valle – e colpire chi si avvicina troppo, ha sussurrato. Ci ha raccontato che aveva scambiato Goffredo per uno di loro, dato che era vestito in una maniera strana ed è rimasto immobile in mezzo a quel prato per una decina di minuti buoni.
Lo mio intento era rifornir lo nostro gruppo d'erbe et gemme medicinali”, si è giustificato lui.

Durante tutta la serata, Veronica è rimasta in silenzio. Quando si è allontanata per prendere nuova legna da buttare sul fuoco, Bruno ci ha spiegato che da quando è iniziata l'invasione, si è via via fatta sempre più silenziosa, fino a non parlare più.
L'ho osservata di nascosto più volte, quella sera. Ha i capelli biondi, lunghi e un viso che – nonostante la pelle molle e opaca dovuta alla stanchezza – nasconde una luce, una speranza. Era tanto tempo che non vedevo quella scintilla; forse dall'incontro con Viola, prima che scoprisse che il suo fidanzato si era trasformato in uno di loro.
Veronica è giovane, ma sa fare bene il suo lavoro. In questi tre giorni ha cambiato la fasciatura a Goffredo ogni sei ore, se la cava mica male. Stamattina mi è venuto in mente che sarebbe potuta essere una delle mie allieve, di terza o di quarta. Una di quelle che pensa che la vita sia ormai agli sgoccioli perché è appena stata scaricata da un ragazzo.

Capivo quel comportamento, quel mutismo. Si è trovata confrontata a un'apocalisse che ha travolto tutto quello che aveva: vicini di casa, amici, sogni. Senza alcun strumento per gestirla, se non una forbice, qualche tubetto di crema e un po' di garza.

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