Giorno #58: Attacchi nel Buio.



Seconda notte all'addiaccio, riprendo il discorso.

Abbiamo seguito Massi attraverso una zona piena di ruderi (“Noi le chiamiamo case matte”, ha detto), un posto di guardia con la sbarra e una ramina. Eravamo attaccati al muro della caserma, dietro l'angolo c'era il primo nugolo di zombie.
Okay, sentite” ha detto Massi sporgendo la testa, “l'entrata qui dietro rimane sempre aperta perché c'è un cabinotto di controllo poco dopo la porta. Ora: io ne vedo due vestiti da civili, ma penso ce ne sono cinque o sei. Meglio fare piano. Vado avanti io, vi faccio segno.”
Massi ha sguainato le spade e camminato con la schiena attaccata al muro fino a loro. Io e Viola siamo usciti dal nascondiglio e gli siamo andati dietro. I primi due li ho visti cadere – il corpo da una parte, la testa dall'altra – mentre per gli altri ho dovuto usare l'immaginazione, tra botte e il rumore delle lame che si infilavano nelle carni. Quando l'abbiamo raggiunto, Massi ne aveva fatti fuori altri tre. Oltre la porta, ce n'erano un paio vestiti con tute da meccanico blu che sbavavano contro il vetro. Il cabinotto di legno era vuoto.
Sono gli omini della caserma, quelli che ci pulivano gli scarponi. Non creeranno problema.”
Ha dato una spallata alla porta, con l'unico effetto di staccare per un secondo le labbra di quegli schifosi dal vetro.
Cazzo, è chiusa!”
Ma non avevi detto che era sempre aperta?” ho chiesto.
Avranno fatto scattare il dispositivo di emergenza, che cazzo ne sapevo io!”
Ragazzi, muoviamoci” ha detto Viola. “Ne stanno arrivando altri.”
Ci siamo voltati in contemporanea e dalla vicina piazza d'appello un primo gruppo di otto-dieci morti viventi stava caracollando verso noi.
Chiusa o non chiusa, bisogna aprirla” e ho dato anch'io una spallata.”
Questo non è vetro normale, è plexiglas” ha detto Massi. “Così non la butteremo mai giù.”
Viola ha teso l'arco. “Strade alternative?”
Ho le chiavi della saracinesca del parco veicoli interno, comunica direttamente dai magazzini.”
Passiamo da lì” ha detto lei, e ci siamo messi in cammino.
Gli zombie hanno aumentato il passo, sembrava che il vederci così in forma e scattanti li aizzasse ancora di più. Abbiamo aggirato l'edificio e siamo arrivati davanti al garage, una trentina di morti viventi a una cinquantina di metri da noi.
Presto, presto!” ho detto.
Massi si è piegato e ha inserito la chiave giusta al primo colpo. Ha sollevato la saracinesca di una trentina di centimetri e siamo scivolati dentro, poi l'ha richiusa.
Era buio pesto là dentro.
Dopo qualche secondo i primi morti viventi hanno iniziato a picchiare sulla lamiera che al momento sembrava reggere, ma chissà per quanto. Dovevamo muoverci.
Cerchiamo di vederci qualcosa” ha detto Massi e ha estratto lo Zippo.
La pietra focaia ha generato una fiammella, facendo un po' di luce intorno. Eravamo davanti a un Duro, al posto di guida non c'era nessuno.
Dietro di te!” ha urlato Viola e Massi si è voltato di colpo, spegnendo la fiamma. Ho sentito qualcuno crollare terra e poi una serie di colpi sordi – lo stava finendo a pugni.
Lo Zippo si è riacceso, Massi aveva le mani e la giacca della mimetica schizzate di sangue.
Merda!” ha detto, prima di sputare a terra.
Ho tirato un respiro di sollievo. “Ci è mancato poco, eh?”
Ma lui non ha detto niente. “Muoviamoci, c'è poco tempo.”


Devo interrompere, la batteria sta al minimo. Speriamo di trovare una casa con un generatore o qualche pannello elettrico, ho bisogno di elettricità-

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