Giorno #50: Carne di Cinghiale.



Alla fine è stato lui a sorprendere noi.

Quando siamo entrati nella cascina con le armi in pugno, l'unica persona presente era Viola, addormentata su una brandina sistemata in un angolo. Non era legata e non aveva segni sul volto o sulle braccia; a giudicare dal respiro calmo e regolare, non doveva nemmeno esser stata drogata. Io e Massi ci siamo voltati per andare a cercare il tizio fuori quando ce lo siamo trovati davanti, con un cinghiale morto sulle spalle e una fondina alla vita.
Finalmente! Iniziavo a preoccuparmi”, ci ha sussurrato prima di scansarci ed entrare. “Comunque io sono Jack” e ha appoggiato la preda sul tavolo. “Usciamo, dobbiamo parlare”.
Ci ha spiegato tutto. Delle barricate nella sua casa di Taverne, degli armadi pieni di provviste, dei lavori sull'Harley Davidson “dopo aver visto Planet Terror: che figata quel film!”
E come mai non sei subito scappato da queste parti?” ho chiesto.
Poche munizioni. Un caricatore con 300 colpi per la Gatling, una ventina di proiettili per la Smith & Wesson. Nient'altro.”
Ma avevi l'armeria a due passi, sarebbe stato facile!” ha detto Massi.
Lo so, conoscevo bene il proprietario. Ma pensavo che la saracinesca fosse abbassata! Lo faceva sempre, quando chiudeva.”
Non ne avrà avuto il tempo” ho detto pensando a Massi che gli apriva un nuovo chakra in fronte. Meglio non approfondire. “E Viola, come mai si è bloccata davanti a quello zombie?”
Abbiamo parlato molto poco in questi giorni, ha dormito per quasi tutto il tempo. Doveva essere stanca morta, poverina. Ma da quello che ho capito, era il suo fidanzato.”
Quello di Castel San Pietro.
Se l'è trovato davanti e si è bloccata. Se non fossi intervenuto, non ce l'avrebbe mai fatta.”
La porta della cascina ha cigolato, Viola è uscita stirandosi. “E finalmente, ce ne avete messo di tempo.”

Abbiamo mangiato insieme carne di cinghiale e discusso per il resto del pomeriggio.

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