Scrivo
dal Monte Ceneri, siamo più o meno a metà della strada che collega
Medeglia a Giubiasco. In merito alla giornata di oggi alla caserma di
Isone, be'... Non è andata come pensavamo. Proprio no.
Ci
siamo avvicinati alla piazza d'armi dal fondo valle, mentre Jack ha
percorso la strada principale in moto e ci ha coperto le spalle con
il fucile da cecchino prelevato da Massi a Taverne. La neve caduta
negli scorsi giorni non ci ha reso la vita facile – né a noi, né
a lui – ma perlomeno non c'erano tracce di zombie nei paraggi.
Perché
si saranno spostati tutti a Rivera o giù di lì,
ho pensato.
Perché
si erano spostati tutti in caserma, invece.
Le
piazze d'appello brulicavano di morti viventi – metà imbacuccati
in maglioni di lana, giacconi e cuffie; l'altra metà con mimetiche,
pullover verde-oliva e pellerine.
“Quante
persone contava la vostra compagnia?” ha chiesto Viola con il
binocolo ancora davanti agli occhi.
“124
unità. Stimo 230-250 zombie” e ha accarezzato la canna del fucile.
“Nulla di impossibile.”
“Questa
è una follia, cazzo. Torniamo indietro! Non c'è nulla di cui
abbiamo bisogno là dentro.”
“Calmati,
recluta. Quelle sono un branco di teste vuote, e molte lo erano già
quando il cuore gli pompava ancora il sangue in testa. Conosco dei
passaggi, delle scorciatoie. Non si accorgeranno nemmeno che siamo
passati.”
“Ma
a che pro?”
Lui
ha piegato la testa e inarcato un sopracciglio. “Eh?”
“Perché
lo dobbiamo fare?”
“Esplosivo.”
“Esplosivo?”
abbiamo chiesto io e Viola in coro.
“Esatto.
Ho seguito un corso da artificiere, qualche tempo fa, e abbiamo
ancora un po' di plastico in un magazzino. Ci potrà essere utile,
una volta nel Sopraceneri, e questa è l'ultima occasione buona per
prenderlo.” Ha sputato a terra e mi ha guardato negli occhi. “Ma
se vuoi arrivare in Leventina e spostare sassi pesanti una tonnellata
o camion a pieno carico con le mani, vai pure.”
In
effetti aveva ragione. Una volta superata Locarno, chissà cosa ci
aspettava. “Va bene, andiamo” ho detto.
Spegniamo
il fuoco e cerchiamo di dormire qualche ora. Andrò avanti a
raccontare domani.
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