Non
ci hanno messo molto ad arrivare. Da Locarno alcuni, da Ponte Brolla
tutti gli altri. Siamo partiti verso Cavigliano non appena li abbiamo
avvistati e lì abbiamo usato il mio accendino per appiccare un fuoco
al bosco e lasciarceli alle spalle. Dopo esserci allontanati di
qualche centinaia di metri abbiamo ripreso in mano i binocoli e
abbiamo visto gli stracci dei primi venir morsi dalle fiamme, ma i
bastardi continuavano ad avanzare anche se il fuoco li aveva
avviluppati, anche se le ossa delle gambe erano ormai ridotte a
polvere e gli zombie si trascinavano per terra con le braccia.
“Proseguiamo”,
ha detto Goffredo.
Ci
siamo rifugiati nei pressi dell'imbocco della val Onsernone, meno di
un chilometro a nord di Intragna. La giornata è stata soleggiata, ma
Goffredo dice che presto pioverà. Non so come fa, ma c'è da
fidarsi. Ne ha approfittato per andare a caccia, per ora io e Viola
non lo abbiamo ancora visto tornare.
“Andiamo
a cercarlo?” mi ha detto volgendo un ultimo sguardo ai boschi
incendiati. Qualche fiamma divampava ancora, sui lati.
“No,
aspettiamo; è quasi il tramonto, sarà sulla via del ritorno.”
Ho
aspettato che Viola si allontanasse di qualche metro, poi ho preso in
mano il binocolo e l'ho cercato tra le piante mordendomi un labbro.
Muoviti,
cazzo. Muoviti.
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